Il Blog delle 13lune

Una Persona Risvegliata

persona risvegliata
Una persona risvegliata non cerca di cambiare nessuno.
Diventa tranquilla. È in pace.
Lavora su se stessa.
Osserva i suoi pensieri, osserva le sue azioni e guarda se stessa quando si arrabbia, si guarda quando si deprime, si guarda quando si sente gelosa e invidiosa, e tutto il resto, perché anche se è sveglia, non ha smesso di essere umana.
A poco a poco arriva a riconoscere: 'Questa non sono io. Questa è un'illusione, questo non è quello che voglio.'
Poi capisce e trasforma se stessa per cambiare l'energia di ciò che vuole attrarre.
Poi diventa libera e non le importa più di ciò che gli altri pensano, sentono o dicono di lei.
Non è paragonabile a nessuno.
Non compete con nessuno.
Si limita a osservare se stessa.
Non va in giro proclamando: 'Io sono la realtà assoluta. Io sono Dio. Io sono la Coscienza.'
Non fa parlare le sue parole più forti del suo esempio, anzi il contrario!
Perché sa da dove viene e lascia in pace gli altri.
Una persona risvegliata sa che la chiave di tutto è ricongiungersi al TUTTO dentro di sé...
E allora la mente riposa nel cuore.
E così non esce più fuori per cercare di identificarsi con il mondo, poiché ora interiormente si identifica con l'Universo.

Estrazione e Guarigione Sciamanica

estrazione
Da un punto di vista sciamanico la malattia viene vista come disarmonia a livello spirituale. Per poter guarire fisicamente è necessario guarire prima a livello spirituale. Questo seminario fornisce un addestramento nei classici metodi di guarigione sciamanica. Alcune malattie possono essere causate da un "eccesso" di energia che si è fermata o instaurata nella persona. Attraverso la "visione" di queste energie e la successiva rimozione o "estrazione", si riesce a ristabilire equilibro ed armonia. La fusione con il proprio spirito aiutante, fatta nello stato alterato di coscienza, permette di togliere queste "intrusioni" in modo sicuro, scoprendo le proprie capacità di visione e stabilire una potente connessione con i poteri di guarigione disponibili in natura e nell'universo in generale. I partecipanti durante il seminario faranno un lavoro reciproco di guarigione, con la possibilità perciò di addestrarsi al lavoro di guarigione verso gli altri, e ricevendo nello stesso tempo guarigione.
 
"C'è la possibilità che per un momento di debolezza, per qualche piccolo trauma o per la presenza di poteri forti, possa entrare nell'anima delle energie che non le appartengono. Non giudica queste energie, semplicemente pensa che non siano nel posto giusto.
Si opera nello stato alterato di coscienza ottenuto generalmente dal suono del tamburo e con l'aiuto degli Spiriti, si "vedono" queste intrusioni che possono apparire come oggetti più diversi, chiodi, polveri, insetti, poltiglie, o altro, e si effettua una "estrazione", proprio come il chirurgo in un intervento operatorio."

Il ciclo dei Viaggi di Guarigione o Ricapitolazione

viaggi di ricapitolazione
Chiudere i conti con il passato è un atto dovuto per chi ha intrapreso un percorso evolutivo. Lasciar andare i rimorsi, i rimpianti, i sensi di colpa, i tradimenti implica affrontare le proprie paure, la rabbia, la gelosia e tutto quello che ha il potere di ingabbiare, fissare la percezione ad un ego di forma.
 
Dalla nascita ci insegnano ad essere qualcuno, ci danno un destino, una storia personale, un'identità.
 
Iniziare un cammino evolutivo implica il superamento di questi schemi che limitano la nostra visione della vita. Se non riconosciamo che viviamo in un sogno, un incubo a volte, di cui siamo noi stessi gli artefici, come faremo a percepirci come realmente siamo?
 
Ci siamo talmente identificati con la forma acquisita da averne fatto una corazza che pensiamo essere un abito di seta.

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UBUNTU

ubuntu
UBUNTU è un'antica filosofia africana basata sulle caratteristiche umane fondamentali, sul nostro altruismo e sulla connessione tra tutti noi.
Tutto ruota intorno all'unità e armonia all'interno delle nostre comunità, nelle quali le persone si prendono cura l'una dell'altra e si aiutano a vicenda, come se facessero parte di una grande famiglia. Tutte le antiche civiltà e tribù in tutto il mondo condividono la stessa filosofia con nomi diversi.
La definizione più frequentemente utilizzata di UBUNTU è: Io sono ciò che sono grazie a ciò che tutti noi siamo
In modo simile, anche i nativi americani della tribù Cherokee condividono lo stesso pensiero: "Se non va bene per tutti, non va affatto bene"
Nella filosofia proveniente dall’Africa sub-Sahariana, etimologicamente, il termine bantu è traducibile letteralmente con ”umanità”: dalla radice -ntu – umano – e dal prefisso dei nomi astratti ubu-.
Concettualmente, indica uno stile di vita che affonda le sue radici sul rispetto reciproco e sulla compassione verso l’altro: ”Umuntu ngumuntu ngabantu”, testualmente ”io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo”. Con il termine ubuntu si esorta al sostegno ed all’aiuto reciproco, giungendo ad auspicare una concretizzazione di pace a favore dell’intera umanità. Una definizione popolarmente accettata del termine a livello semantico pare sia la seguente: ”La credenza in un legame universale di scambio che unisce l’intera umanità”.

Perché consultare i propri registri akashici?

registri akashiciPerché consultare i propri registri akashici?
Forse vi state chiedendo perchè sia importante consultare il proprio Registro Akashico.
Durante l’esperienza terrena potremmo trovarci in una situazione di stallo in cui ci sembra di aver perso la chiarezza di direzione, l’entusiasmo, il senso stesso della vita. Non troviamo pace e la mente e le sue proiezioni ci tormentano senza tregua. I rapporti umani si fanno difficili e tutto sembra davvero andare in modo opposto a ciò che desideriamo.
In questi momenti è di grande aiuto consultare il nostro Registro per trovare conforto e intuire cosa possiamo fare per cambiare. Leggere il nostro Registro Akashico ci aiuta a ricordare le cose che già conosciamo, le scelte che abbiamo già fatto, ma che non riusciamo a ritrovare. Le informazioni che ci arrivano sono conferme, sono indicazioni per aiutarci ad ascoltare la voce del cuore, a cui non diamo sempre credito preferendo seguire i suggerimenti che ci sembrano più “logici” della nostra mente, ma che alla fine non ci rendono felici.

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Collaborare...

collaborareCollaborare: da cum laborare, etimologia piuttosto semplice.
Eppure, tanto è semplice capirne astrattamente il significato, tanto è difficile metterlo in pratica.
Perché collaborare non significa lavorare stando fisicamente vicini, o nello stesso ufficio o per il raggiungimento del medesimo obiettivo, ma percorrendo strade parallele.
Collaborare significa condividere tutto quello che il percorso, più o meno accidentato, ci costringe ad affrontare fino alla meta.
E sebbene l’uomo sia animale sociale, vi è un’inclinazione all’egoismo, a voler mettere sé al centro di tutto, ed allora collaborare diventa un grande sforzo, che ci richiede un superamento.
Tuttavia la gratificazione che si prova ottenendo un risultato frutto di collaborazione è assai maggiore di quella vissuta individualmente, perché non è fine a se stessa, ma produce un legame tra le persone, è condivisa e quindi moltiplicata.
“Qual è il suono di una sola mano che applaude?” Koan Zen
 

Spesso sentiamo dire...

SPESSOSpesso sentiamo dire che “mettersi nei panni di un altro” significhi fare un ragionamento del tipo “cosa farei io se fossi al suo posto”, il che è una considerazione diversa dall'effettivo significato in quanto il vero significato della frase è “cosa farei io se fossi… lui/lei“. Pensate che sia la stessa identica cosa? Proviamo a rifletterci.
 
Per mettersi davvero nei panni di un altra persona, non dobbiamo pensare cosa faremmo NOI (col nostro cervello, le nostre idee, il nostro modo di vedere le cose) al suo posto, bensì dobbiamo fare uno sforzo decisamente maggiore e calarci nel modo di vedere di LEI (cioè dell’altra persona, che magari ha delle idee diametralmente opposte alle nostre) e capire come interpreta la realtà delle cose in base al suo vissuto ed alle sue esperienze. Questo dovrebbe farci riflettere su quanto mettersi realmente nei panni dell’altro sia in realtà estremamente difficile, perché ci costringe a mettere in discussione – almeno per qualche istante – il nostro punto di vista. Mettersi nei panni dell’altro significa togliere i nostri panni di dosso ed indossare i vestiti di un’altra persona, vestiti che magari non ci piacciono proprio. Se ci pensate è quello che facciamo sempre quando scegliamo un regalo: non prendiamo quello che vorremmo ricevere noi, bensì quello che vorremmo ricevere se fossimo l’altra persona.
 
Mettersi davvero nei panni dell’interlocutore sia qualcosa che in molti ci dimentichiamo di fare, invece è importante in tante situazioni, ad esempio quando litighiamo con il nostro partner o semplicemente quando discutiamo di qualcosa con un amico oppure quando osserviamo "criticamente" delle scelte fatte da persone a noi care o vicine.

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