Il Blog delle 13lune

Il momento dell'addio

luttoIl lutto parte proprio dal momento in cui ci si dice addio. Può essere un funerale, nel caso in cui la persona amata sia defunta oppure un litigio, una separazione magari preannunciata, nel caso invece si tratti di una rottura del rapporto di coppia. L’individuo nel primo caso può contare sul supporto dei parenti o amici e anche se in maniera dolorosissima, durante il funerale, dà inizio in maniera consapevole al suo dolore.
A volte invece nelle separazioni manca proprio questo confronto e la presa d’atto di aver perso chi si ama può essere certo meno estrema ma sicuramente molto più difficile, lunga e solitaria. Per questo motivo, il lutto legato a un defunto può essere più semplice da accettare rispetto, magari, a quello per una separazione.

LA FASE 1, QUELLA DELLA NEGAZIONE

Quando si affronta una perdita che ci causa molto dolore il nostro organismo cerca di difenderci da una simile sofferenza, negandola. Non deve meravigliare quindi dopo il primo shock iniziale provare incredulità e per alcuni giorni non rendersi davvero conto di quello che ci sta accadendo. Si continua a considerare la persona intorno a noi, ci si aspetta di vedere la sua immagine, si parla di lei al presente come fosse ancora in vita. Di solito ci si ricorda bruscamente che la realtà è molto diversa, ma dopo alcune ore si ritorna a negare la perdita e la scomparsa definitiva di chi amiamo.

LA FASE 2, QUELLA DELLA RABBIA
Dopo il momento del rifiuto di ciò che è successo e la conseguente negazione della perdita è normale cominciare a rendersi conto di ciò che invece è accaduto. Solitamente è a questo punto che iniziamo a provare rabbia, a chiederci cosa abbiamo fatto per meritarci tale sofferenza, a sentirci in collera con la vita stessa che ci ha deluso e tradito. Ci sentiamo responsabili in qualche modo, perché in fondo non siamo riusciti a evitare la perdita oppure perché non abbiamo fatto abbastanza bene alla persona in questione. Si tratta di una reazione normale, che va affrontata e compresa. A questo punto alcuni chiedono aiuto e vicinanza, altri si chiudono in se stessi e rifiutano ogni apertura con il mondo esterno.

LA FASE 3, QUELLA DEL PATTEGGIAMENTO
La nostra mente ha sempre soluzioni nuove e affascinanti per tornare a sopravvivere. In questo momento di grande dolore, per aiutarci ad uscirne inizia a patteggiare. Questo vuol dire che molti individui a questo punto dell’elaborazione del lutto, dopo la rabbia, iniziano a nutrire una speranza illogica priva di fondamento che tutto possa risolversi, che la perdita non sia definitiva. Si cerca di riprendere il controllo della propria vita buttandosi su altro, su nuovi progetti e nuove amicizie. Ma il lutto in questa fase non è ancora stato elaborato, e il dolore che ancora coviamo dentro rischia di straripare da un momento all’altro.
LA FASE 4, QUELLA DELLA DEPRESSIONE
L’alternarsi di momenti di dolore e tentativi di reagire ci porta a cadere in un continuo stato di tristezza Si desidera la solitudine e la nostra mente si arrende all’evidenza della perdita. Il dolore fa ancora tanto male, è vivo, forte e presente. Ciò causa danni anche a livello fisico: questa fase è caratterizzata da mal di testa, aumento o perdita del peso corporeo, irritabilità, insonnia oppure sonnolenza continua, tristezza e può essere sintetizzata con la parola depressione.
L’unico modo per uscirne è accettarlo, e poi reagire. L’unica cosa di cui si ha bisogno nella maggior parte dei casi è tempo. Deve passare il tempo, il dolore non scomparirà ma si addolcirà e la vita in un modo che oggi sembra impossibile, andrà avanti. Molte persone trovano utile rivolgersi in questa fase a uno psicologo in grado di prenderle per mano nella razionalizzazione delle proprie emozioni e condurle nel minor tempo possibile verso la quinta e ultima fase, quella dell’accettazione.
LA FASE 5, QUELLA DELL’ACCETTAZIONE
Il tempo cambia le cose e ci permette di completare il processo di elaborazione. E così ci si ritrova a provare un dolore attutito, a vedere ancora la vita in una prospettiva ottimistica, a guardare al futuro. Ritorna l’interesse per le persone e i progetti e si smette di colpevolizzarsi: è questa l’elaborazione del lutto, l’ultima fase quella che ci permetterà di tornare a vivere.
Finalmente siamo riusciti a comprendere la perdita, a voltare pagina, che non vuol dire dimenticare la persona cara o non provare dolore, vuol dire andare avanti nonostante la sofferenza della perdita, dando un senso a quella perdita d’amore, continuando ad alternare momenti di felicità o momenti di depressione, ma in misura sempre più inferiore ogni giorno che passa.

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