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Sparizione Improvvisa

sparizione
A tutte e tutti è capitato di vivere tale situazione
“Sparizione Improvvisa”
Il Ghosting è un comportamento diffuso nell’ambito delle relazioni interpersonali e ci si riferisce a quel fenomeno della “sparizione improvvisa” di un amico o di un partner dopo un periodo di frequentazione.
La persona che sparisce mette in atto una sorta di strategia indiretta, immatura e passivo-aggressiva che ha come scopo quello di porre fine ad una relazione (amicale, sentimentale, lavorativa…) “rendendosi un fantasma per l’altro”. Tale dinamica è sicuramente più frequente nelle relazioni amorose, ma si può riscontrare in qualunque altro rapporto: possiamo definirla aggressiva nel senso che l’interruzione è brusca, improvvisa e non consente all’altro/a di ricevere spiegazioni. 
Sparire oggi può significare non rispondere più al telefono, ai messaggi, alle mail, cancellare o bloccare la persona dai propri profili social, annullando così ogni comunicazione, incuranti della sofferenza dell’altro. In colui che sparisce sembra emergere uno stile d’attaccamento prevalentemente evitante: la fuga sembra essere l’unica via quando il rapporto si fa serio, impegnativo ed in quanto tale viene visto come minaccioso.
Colui che viene abbandonato, non è immediatamente consapevole di ciò che sta accadendo e passa del tempo a rimuginare e a cercare di trovare delle spiegazioni o a interpretare gli avvenimenti apparentemente improvvisi, irrazionali. La sopraggiunta consapevolezza di tale abbandono può causare sofferenza, dolore, sensi di colpa fino a rabbia per il torto subito e ingiustificato. Si sente ferito nella “relazione”, pur non essendone responsabile.
La fuga è sicuramente una difesa funzionale all’equilibrio psichico di un individuo e può rappresentare anche l’unica risposta difensiva che riesce a concepire per se stesso, per la sua incapacità di “stare nella relazione”. Bloccare la relazione con l’altro/a, implica automaticamente bloccare la propria crescita, proteggendosi inadeguatamente dal mondo esterno cui rifugge continuamente.
I cosiddetti ghosters sono persone che tendono a evitare il proprio dolore emozionale e non sono capaci di pensare al dolore che causano al prossimo, facendo supporre che essi stessi possano aver subito da piccoli delle ferite relazionali. Tale dinamica diventa patologica, se viene messa in atto costantemente nel corso della propria vita e diventa ancora più dannosa se ad essere abbandonato/a è una persona che si frequenta per lungo tempo. Colui che abbandona, mostra in questo caso la sua incapacità a fare il salto di qualità nella relazione, da cui appunto preferisce fuggire.
Freud, parlando del lutto e della melanconia (Lis 1999) spiegava come la perdita dell’oggetto d’amore per essere elaborata necessiti di un tempo piuttosto lungo in cui dapprima c’è un graduale investimento sentimentale su ricordi e aspettative legate alla persona amata, poi un’elaborazione secondaria più logica e razionale. Il lato peggiore della situazione di perdita d’oggetto d’amore è il rischio del senso di colpa che può provare la persona abbandonata che si manifesta nell’enorme massa di domande che si pone per trovare quelle spiegazioni che non le sono state concesse, conducendola ad uno stato emotivo confuso e triste.
Ogni perdita “affettiva” fa sì che la persona abbandonata dovrà trovare gli strumenti per ri-organizzare il proprio Sé affrontando le emozioni distruttive che fanno traballare la propria autostima.
 
articolo di Rosario Galipò

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