Il valore esoterico delle api nelle più importanti civiltà occidentali
Il piccolo insetto giallo-nero che scompare e ricompare in primavera per ridare ogni anno vita alla natura, nell’antico Egitto era paragonato all’anima, al soffio vitale, e si pensava potesse riportare in vita il defunto qualora riuscisse ad appoggiarsi nei pressi delle sue labbra o addirittura ad entrare nella sua bocca. L’antica civiltà africana riconduceva la sua appartenenza divina alle lacrime del dio Sole- Ra, da cui si riteneva traesse la sua origine.
All’ape e al frutto del suo lavoro è stato dunque sempre attribuito dalle antiche civiltà un grande valore esoterico. Questo in gran parte è dovuto anche alla produzione del miele, ingrediente base dell’ambrosia, il nettare divino considerato la bevanda sacra per eccellenza presso i Celti, i Germani e i Greci. Ma, dall’alacre e incassante lavoro negli alveari proviene anche la cera, utilizzata nei secoli per la composizione dei ceri, oggetti rituali e sacri.
Nel mondo greco-romano, le sacerdotesse che officiavano i misteri Eleusini erano chiamate proprio “le Api”, mentre la statua di Efeso che raffigura Diana, la dea della caccia, è circondata da alcuni animali tra cui le api che rappresentano la fecondità e la ricchezza della natura.
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